Realtà Kafkiane

La metamorfosi

Posted by greg on martedì, febbraio 23, 2010
A grande richiesta pubblico la sintesi e una piccolissima analisi del mio racconto preferito tratto dai Racconti di Franz Kafka (il mio autore preferito).


Trama

È la storia di un uomo comune, Gregor Samsa, un modesto impiegato che un mattino si sveglia e si accorge di essersi trasformato in un insetto mostruoso (uno scarafaggio). La prima reazione dell'uomo non è di sgomento, né di meraviglia per il suo nuovo stato, ed anzi si preoccupa più del modo in cui andare al lavoro (è commesso viaggiatore) in quelle condizioni, tenendo conto anche del fatto che è in ritardo. Nonostante i suoi tentativi di tenere nascosta la sua situazione al resto della famiglia, al procuratore, ed al suo datore di lavoro, questi ultimi riescono ad entrare nella stanza. Il terrore che colpisce i suoi familiari ed il procuratore, tuttavia, li obbliga a richiudere immediatamente la porta, spingendo il povero Gregor dentro con un bastone. La vista di Gregor in quelle condizioni porta a reazioni di orrore in tutti loro (la madre sviene, il padre piange ed il procuratore ha un gesto d'orrore).

Il resto del racconto narra della nuova vita di Gregor Samsa, abbandonato da tutti tranne che dalla sorella Grete che si preoccupa di lui e gli procura il cibo. Le reazioni del padre e della madre sono tuttavia ancora ostili: una volta Gregor prova ad uscire dalla sua stanza, provocando lo svenimento della madre e l'attacco del padre con il lancio di alcune mele: una di queste lo colpisce e lo ferisce. Gregor inizia, pur mantenendo le sue facoltà intellettuali, a comportarsi come un vero scarafaggio, seguendo i suoi istinti di insetto, provando perfino soddisfazione nel camminare sui muri o nel mangiare cibo stantìo e andato a male.

Dopo poco tempo, tuttavia, Gregor viene completamente abbandonato a sé stesso, anche dalla sorella che nel frattempo ha trovato un lavoro. Agli occhi della famiglia, egli è divenuto un peso, visti anche i problemi economici che i familiari devono affrontare a causa della perdita del lavoro di Gregor, unico componente della famiglia che lavorava. Il padre, con cui aveva avuto dei contrasti, arriva persino a pensare a come liberarsi del figlio, visto ormai solo come un mostro. Gregor comincia a star male, a rifiutare il cibo che gli viene offerto fino a giungere ad una morte lenta, causata dalla ferita provocatogli dalla mela che il padre gli lanciò, rimasta conficcata nella sua schiena.

Si sbarazza infine del cadavere di Gregor la governante ad ore della casa, mentre la famiglia spera in una ripresa dalla crisi finanziaria con un matrimonio conveniente della figlia, che nel mentre è divenuta una bella ragazza e si avvicina all'età del matrimonio. Il racconto infine si conclude con il trasloco dell'intera famiglia in una dimora più piccola, iniziando così una nuova vita, dimenticando per sempre Gregor.


Allegoria e interpretazione

Attraverso la condizione ripugnante del protagonista e la sostanziale incapacità dei parenti di instaurare con lui un rapporto umano, l'autore vuole rappresentare l'emarginazione alla quale il "diverso" viene tragicamente condannato nella società. L'insetto altro non simboleggerebbe che questo "diverso". La metafora dell'insetto rappresenta la dipendenza di Gregor dalla famiglia e la negazione della sua libertà artistica nella letteratura. Già in una lettera alla sorella Elli, Kafka aveva definito la famiglia come un "contesto veramente animale", che soffoca la libera espressione dell'individuo con l'egoismo oppressivo di un amore "assurdo e bestiale". Nonostante la famiglia di Gregor tenti, almeno inizialmente, di mantenere un contatto con lo sventurato, si percepisce da subito il ribrezzo che suscita in loro la vista della condizione ributtante nella quale egli versa. Nemmeno lo stretto grado di parentela e il ricordo di un passato normale riescono a salvare Gregor dalla condanna alla quale sembra, fin dalle prime battute, destinato. Dapprima, scoperta la nuova condizione dell'uomo, raccapriccio; poi paura di avere contatti diretti con esso, tant'è che il poveretto decide di nascondersi, quando gli viene portato il cibo, per non suscitare spavento; poi insofferenza (che si manifesta nel lancio di mele, da parte del padre, al povero Gregor che viene gravemente ferito) e infine rassegnazione: Gregor è diventato un peso, i familiari stessi si augurano che muoia. La madre, il padre e la sorella ne sono comprensibilmente affranti, tuttavia sanno che quella è l'unica via d'uscita da una situazione divenuta oramai insostenibile.


se volete leggere il racconto integrale (non è poi così lungo..) potete scaricarne l'ebook in pdf da qui.


Alla prossima.

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Salvatore Quasimodo, Ed è subito sera

Posted by greg on mercoledì, febbraio 10, 2010
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera

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Per andare avanti...

Posted by greg on mercoledì, febbraio 10, 2010
a volte ci si trova in difficoltà, quelle difficoltà che alla fine non sono altro che "vita". Sono avvenimenti non troppo piacevoli che ci mettono alla prova e dai quali possiamo perfino uscirne soddisfatti.

Cosa fare? La prima cosa da fare è sicuramente cambiare il punto di vista, cambiare schemi mentali, affrontare la sfida con la testa giusta.. e poi comunque vada sarà un successo perchè avremo scritto un'altra pagina nella storia della nostra vita.

A presto.

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Carpe Diem

Posted by greg on lunedì, febbraio 01, 2010
vorrei soffermarmi un minuto sul significato del detto: "carpe diem" (ovvero: cogli l'attimo)

"Bisogna vivere ogni giorno della vita come se fosse l'ultimo!" "Vivi il presente!" etc etc....

Ok. Ma immaginiamo davvero che fosse il nostro ultimo giorno di vita. Cosa faremmo? Si può davvero vivere ogni giorno così?



Io non credo.

Poi ovviamente questo significato è un pò forzato, sappiamo bene cosa volesse dire Orazio ispirandosi al caro Epicuro...


alla prossima.

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